Ilgatto domestico, come lo conosciamo oggi come animale da compagnia, è una sottospecie del gatto selvatico, sin dall’inizio della sua domesticazione da parte dell’uomo circa 2000 anni prima di Cristo.
Il gatto è unmammifero carnivorodella famiglia deiFelidied è il secondo animale preferito dai francesi (dopo il cane), ma è il primo animale da compagnia in Francia con 14,2 milioni di gatti, inoltre ogni anno l’adozione di gatti è in aumento.
I gatti domestici sono molto numerosi, esistono71 razze di gattidiverse, tutte con caratteristiche, comportamenti e temperamenti diversi. Tra queste possiamo citare
- i persiani bianchi,
- il gatto angora turco,
- i gatti norvegesi,
- il gatto birmano,
- il gatto blu di Russia,
- il gatto siberiano,
- l’American curl… o il mitico gatto randagio.
Ilmammiferoha conosciuto il suo momento di gloria ai tempi degli Egizi, infatti prima di essere considerato un animale domestico, era ungatto selvatico. È proprio a partire da quel periodo che il gatto ha assunto un ruolo speciale nelle nostre case, trasformandosi da gatto selvatico a vero e proprio animale da compagnia, se non addirittura a membro della famiglia.
Sebbene sia un animale molto conosciuto, il gatto nasconde molti segreti! Sa nascondere molto bene alcuni tratti particolari della sua personalità… ecco otto punti per cercare di svelare i misteri di questa piccolapalla di pelo!
I. I gatti domestici sono grandi… grandissimi dormiglioni!
Infatti, il gatto trascorre più del 65% della sua giornata dormendo, il che rappresenta in media 16 ore di sonno al giorno! Questo fenomeno deriva dalla sua stessa natura e dal suo ritmo di vita quando era ancora un gatto selvatico, in quanto predatorecarnivoro, preferiva rimanere immobile e riposarsi il più possibile per essere in forma quando si presentava una preda.
Sebbene oggi non abbia più la necessità di cacciare come i suoi antenati, il gatto ama il comfort e apprezza ancora le sue interminabili sieste rannicchiato al caldo. Il resto del tempo, il gattodomesticoè molto affettuoso, fa coccole, carezze, mangia o si pulisce per più di 3 ore al giorno.

II. L’età del gatto è diversa dall’età dell’uomo!
Infatti, i mammiferi e gli esseri umani non seguono la stessa curva di età, un gatto di 3 anni non ha la stessa età di un bambino di tre anni… ma non preoccuparti, è possibile calcolare l’equivalenza di età del tuo gatto!
Per farlo, niente di più semplice! Ma attenzione, non basta aggiungere 7 anni al gatto per ottenere la sua “età umana”… esiste un metodo completamente diverso! Il gattino raggiunge l’età adulta a 2 anni, quando avrebbe quindi 24 anni, dopodiché ogni anno gli farebbe guadagnare 4 anni di equivalenza in anni umani. È quindi possibile calcolare semplicemente la sua età:
- Tra 0 e 24 mesi: il gatto compie 1 anno di età umana ogni mese che passa
- Dopo 24 mesi, quindi 24 anni, basta aggiungere 24 + 4 anni per ogni anno trascorso

III. Un mantello dalle mille possibilità
Esistono circa 70 razze di gatti sparse in tutto il mondo! Questi gatti hanno quindi caratteristiche molto diverse tra loro… ciò che si nota immediatamente è il loro mantello di tutti i colori, ovvero il loro pelo: corto, lungo, uniforme, maculato marrone, bianco… gatto senza pelo. Infatti, il gatto ha generalmente un mantello detto “di media lunghezza” composto da 3 strati (pelo, lanugine e sottopelo), alcune razze come il Main-Coon, il Persiano Chinchilla, l’Angora Turco o il Persiano possono avere una vera e propria pelliccia con peli setosi lunghi più di 5 cm!
Questi felini possono avere un mantello uniforme o maculato nei toni del bianco, marrone, grigio, nero, beige… e in infinite varianti. Info: igatti maschinon possono avere più di due colori sul mantello! (salvo eccezioni, ovviamente) Quindi, se incontrate un gatto con tre colori, è una femmina! Il mantello del gatto muta due volte all’anno, in autunno e in primavera, la spazzolatura diventa un passaggio cruciale e il loro pelo scompare. In realtà perdono o ricreano la quantità di pelo necessaria per non avere né troppo caldo né troppo freddo a seconda delle stagioni.
Esistono anche razze di gatti senza pelo, come lo Sphinx, ilDonskoyo ilPeterbald, che hanno solo il sottopelo, ma questo non li rende più freddolosi, anzi! Originari della Russia, questi gatti sono molto ricercati e sono considerati una razza a sé stante.
IV. Il loro dolce miagolio
Ilmiagoliodel gatto è un suono che non possiamo ignorare, è un suono affascinante che ha molte virtù! Il gatto è socievole, fa le fusa quando è felice, non è la stessa cosa del miagolio, non è una semplice dimostrazione del suo benessere, anche se spesso appare durante i momenti di coccole.
Il ronzio ha anche lo scopo di ridurre lo stress del felino, alleviare i suoi potenziali dolori, rilassarsi o rilassare il suo padrone. Il loro ronzio è anche un mezzo di comunicazione sia con altri gatti (domestici o selvatici) che con gli esseri umani per chiedere attenzione, cibo o qualsiasi altra cosa desiderino. Sebbene questo comportamento rimanga inspiegabile dal punto di vista scientifico, una cosa è certa: il ronfare è un suono rilassante che ci rende felici.

V. Lunghi baffi!
Le vibrisse del gatto, più comunemente chiamate “baffi”, sono peli lunghi, spessi e rigidi che conferiscono al gatto un aspetto maestoso e misterioso, ma a cosa servono realmente questi baffi? Le vibrisse sono collegate a una rete di terminazioni nervose e consentono all’animale di orientarsi: sono un organo sensoriale. Grazie ad esse, il gatto può orientarsi nello spazio e captare le diverse vibrazioni, il vento, gli ostacoli…
L’animale ha vibrisse anche sotto gli occhi e sulle zampe posteriori. Oltre a questo aspetto, i baffi gli permettono di comunicare con gli altri gatti e farsi capire. Diffidate di un gatto con i baffi sollevati: è arrabbiato o vuole giocare!

VI. L’aspettativa di vita dei gatti
La longevità del gatto dipende dalla sua razza, ma si può comunque affermare che un gatto può vivere in media dai 12 ai 15 anni. È un’età molto bella, considerando che il 18% dei gatti supera addirittura i 16 anni. I gatti di razza mista, o gatti randagi, vivono in genere più a lungo dei gatti di razza (14 anni contro 12 anni e mezzo).
Molti altri fattori devono essere presi in considerazione, come la scelta di sterilizzarlo o meno (il che aumenta la sua aspettativa di vita), se è vaccinato, se ha un pedigree*, se una femmina ha avuto cucciolate, se l’animale è ben nutrito, ben curato se si ammala (con visite dal veterinario), se vive in un ambiente in cui si sente a suo agio, se gode di un certo comfort (vita in appartamento o all’aperto) … Grazie al loro temperamento più calmo, le gatte vivono in media due anni in più rispetto ai maschi. Con un po’ di fortuna, il vostro felino potrà superare il record mondiale di longevità di un gatto e vivere più di 38 anni!
Che cos’è il pedigree di un animale? Il pedigree di un animale garantisce che quest’ultimo discenda da una razza cosiddetta “pura”, ovvero che non vi siano incroci di razze tra i suoi antenati e che lui stesso sia un gatto di razza. Si tratta di un documento che risale all’albero genealogico dell’animale e spesso viene rilasciato dagli stessi allevatori.

VII. Il loro istinto di cacciatori
Il vostro felino caccia i topi? Uccelli o altri roditori che osano avvicinarsi al suo territorio? È normale, è il suo istinto di cacciatore che emerge.
Sebbene il gatto domestico non abbia più bisogno di cacciare e provvedere da solo al proprio sostentamento per sopravvivere, rimane un ottimo cacciatore e conserva tracce del suo istinto selvaggio.
Per aiutarlo nella caccia, il gatto ha un udito quattro volte più sviluppato di quello degli esseri umani, riflessi, grande agilità e rapidità, nonché un muso affilato e sviluppato. Anche gli artigli, i cuscinetti plantari e le zanne sono un vantaggio notevole per questo predatore.
Da notare che questo mammifero non mangia le prede che cattura, ma si accontenta di cacciare per divertimento e di offrire le prede al proprio padrone come regalo o trofeo.
VIII. Il gatto nero porta davvero sfortuna?
Le diverse leggende sui gatti neri circolano fin dal Medioevo, sinonimo di sfortuna imminente, di una brutta giornata, della futura scomparsa di una persona cara… Ma allora da dove vengono queste leggende?
È nel Medioevo che compaiono queste diverse superstizioni: infatti, per le sue dimensioni e il suo colore, il gatto, e in particolare il gattino, era considerato un alleato del diavolo, che portava con sé le anime dei morti e causava sfortuna ovunque passasse… Questa teoria è stata sostenuta dalla caccia alle streghe: il felino era considerato il loro animale totemico, che sfruttava il proprio aspetto grazioso per ingannare gli uomini e aiutare così le streghe.
Era segno di vizi: pigrizia, rabbia, lussuria, invidia, avarizia… tutti comportamenti condannati dalla Chiesa, che all’epoca occupava un posto di rilievo. Va detto che i suoi antenati erano letteralmente venerati nell’antico Egitto, infatti i gatti avevano tutti ai loro piedi. Oggi il gatto nero è molto apprezzato dal pubblico, quindi ha finito per stregarci tutti e farci cadere sotto il suo incantesimo.

Conclusione
Sebbene siano animali conosciuti e apprezzati da tutti, i gatti e i gattini hanno ancora molto da insegnarci! E voi, avete unarazza di gattopreferita?

